La SP 503 a Rifredo fa una curva brusca per Badia di Moscheta. Poi scende giù per una strada secondaria stretta per circa 3,5 km prima dell’abbazia vallombrosana di Badia di Moscheta fondato nel 1054 da San Giovanni Gualberto.
Si trova a 600 metri sul livello del mare ed è circondata da antichi castagni, querce e faggi, un’oasi di pace e tranquillità con l’abbondanza di fiumi, boschi, valli selvagge e pascoli ondulati con bei percorsi trekking, cavallo e mountain bike di diversi tipologie e difficoltà.
Badia di Moscheta è forse il più famoso sito del parco regionale Giogo-Casaglia, che si estende su una superficie di circa 7000 ettari e che copre una buona fetta d’appennino toscano nei comuni di Borgo San Lorenzo, Palazzuolo sul Senio, Scarperia e Firenzuola.
Il paesaggio è caratterizzato da picchi di poco più di 1.000 metri sul livello del mare, scolpito dalla forza delle acque, ch
e ha creato canyon come la Valle dell’Inferno e del Rovigo con cascate spettacolari e piscine naturali di acqua dolce, che possono rivelarsi una vera benedizione nelle giornate estive calde come quelle alla fine di luglio 2016.
Poiché c’erano temporali ieri in molte parti del Mugello, mi chiedo se la stessa quota di fulmini ha colpito anche questo santuario naturalistico.
Dopo essersi sistemati in una delle camere dell’agriturismo di Moscheta, mia moglie Laura ed io non vediamo l’ora di partire di partire per il percorso ad anello La Serra – Mt Acuto – Giogarello .
In realtà anche se io sono un escursionista appassionato devo tener conto delle necessità di Laura per non andare oltre certi limiti, ma la descrizione del percorso dice “facile”, Laura non è al 100% convinta sottolineando che la lunghezza totale è di quasi 10 km con una durata di 3h 40min che non sono davvero noccioline, ma mi dà fiducia e così partiamo.
Poi mi ricordo improvvisamente che oggi avevamo programmato di avere una fiorentina meravigliosa per pranzo per completare la nostra super vacanza tra Firenze e il Mugello. Quindi siamo prima andati al ristorante di Dante per prenotare. Gli occhi benevoli di Dante
lampeggiano all’indirizzo di un richiamo indiscutibile, sotto forma di una targa appesa all’esterno del ristorante
“non Prendiamo ordini per fiorentine cotte. Bisogna rispettare la tradizione”
In realtà so che anche la media cottura non sarà accettata ma rassicuro Dante con il pollice in su, solo gli dico che mi piacerebbe provare il Chianti Rufina riserva di Frascole che Carmen mi ha consigliato di provare in un tour di degustazione di vini l’anno scorso.
Dalla piazza principale della Badia di Moscheta prendiamo il sentiero 713 per La Serra via Isola, che si inoltra nel bosco in salita fino alla sorgente dei Fossati, in cui si inserisce la strada forestale che con una ripida salita porta al rifugio La Serra proprio sul crinale tra la Valle di Rovigo e quella di Firenzuola.
Il rifugio è stato rinnovato di recente è ben attrezzato per ospitare gruppi in autogestione.
Da qui a sinistra, rimanendo sempre sul percorso 713, proseguiamo per Giogarello; il sentiero sale gradualmente fino a Monte Acuto che a circa 1100 mt domina entrambe le valli.
In circa 50 minuti si raggiunge la frazione di Giogarello, ora completamente recuperata ad uso abitativo. Proprio all’ingresso della frazione un bel cartellone dipinto invita gli escursionisti a acquistare prodotti locali o di donare anche 50 centesimi: tutto il denaro serve per mantenere la strada sterrata che porta a Giogarello.
Svoltando a sinistra, ma rimanendo su sentiero 713, inizia la discesa verso la splendida Val d’Inferno. Da qui prendiamo a sinistra e seguendo le indicazioni per Moscheta scendiamo per altri 40 minuti e ci troviamo esattamente nello stesso luogo da cui siamo partiti poche ore prima.
Laura ha avuto un paio di momenti brutti a salire la ripida salita al rifugio La Serra e poi salire in cima a monte Acuto ma tutto sommato è andata bene!!
Abbiamo fatto foto eccellenti soprattutto in cima a monte acuto. Il percorso è dotato di buona segnaletica, ma i segni rossi e bianchi ufficiali del CAI (Gruppo Alpino Italiano) sono quasi slavati in alcuni punti, anche se si può in una certa misura basarsi all’occorrenza sui puntini fucsia del Mugello Ultra Trail.
Torniamo appena in tempo per una doccia. La camera è bella con un letto matrimoniale posto su una galleria che può essere raggiunta attraverso una bella ed elegante scala a chiocciola.
Sulla strada per la nostra camera presso l’agriturismo ci imbattiamo in un corteo ordinato di cavalli Haflinger che rientrano alle stalle.
Questo innesca in realtà un capriccio che Laura cerca di spegnere prontamente ma sa che la prossima volta proveremo sicuramente la cavalcata notturna sull’appennino toscano.